200mila under18 hanno problemi neuropsichici

In Italia i malati rari, persone colpite da un eterogeneo gruppo di patologie definite rare perché hanno una bassa diffusione nella popolazione, pari a non più di 5 individui ogni 10 mila persone nell’Unione Europea, sono oltre 2 milioni. Si conoscono tra le 6 e le 8 mila malattie rare che, malgrado la loro scarsa diffusione, nel loro insieme costituiscono un problema sanitario importante e numericamente rilevante coinvolgendo 300 milioni di persone in tutto il mondo.
Secondo la SINPIA – Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, 1 su 5 malati rari è un bambino, con grandi differenze cliniche in relazione all’età di presentazione della malattia, che può manifestarsi in epoca prenatale, alla nascita, durante l’infanzia o in età più tardiva fino all’età adulta. Le malattie rare possono colpire molti organi o apparati, quelle che coinvolgono il sistema nervoso rappresentano circa il 40% del totale. Numerosi bambini ed adolescenti affetti da malattie rare sono portatori di disabilità neurologiche, neuropsicologiche e psichiatriche, talune esito biologico della malattia, molte altre frutto dell’isolamento nei contesti di vita che sperimentano in funzione della gravità della loro malattia e delle sue caratteristiche.

“Nei bambini con malattie rare, in particolare quelle che colpiscono il sistema nervoso – spiega Elisa Fazzi, Presidente della SINPIA e direttore della U.O. Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza ASST Spedali Civili e Università di Brescia – il neuropsichiatra infantile rappresenta spesso uno dei primi interlocutori nell’intero percorso diagnostico, terapeutico e riabilitativo. Egli può indirizzare bambini e famiglie verso centri di terzo livello (ospedali universitari o IRCCS) in cui equipe multiprofessionali, inclusi neuropsichiatri infantili, sono in grado di effettuare una accurata diagnosi etiologica e sempre di più, come avvenuto di recente per alcune malattie neuromuscolari, di proporre terapie personalizzate efficaci o trial terapeutici innovativi che modificano la storia naturale della malattia. In ogni caso il neuropsichiatra infantile rimane il referente per percorsi di valutazione e di riabilitazione, nonché di presa in carico, che queste malattie richiedono per tutta l’età evolutiva ed oltre in una prospettiva life-span. Molte di queste malattie – conclude – si presentano clinicamente con il quadro delle disabilità complesse che tanta parte hanno nel lavoro quotidiano dei neuropsichiatri infantili in particolare sul territorio”.


Fonte: askanews.it

Oltre la disinformazione, le fake news e la poca consapevolezza

Diabete: è arrivato il momento di ‘spingersi oltre’ ed abbattere tutte le barriere contro disinformazione e fake news. È arrivato il momento di accendere la luce su una malattia che, se da una parte vede i numeri crescere, dall’altra, vede la presa di coscienza diminuire. Soprattutto in questo periodo in cui – a causa della pandemia – tutte le malattie croniche sembrano essere state messe drammaticamente in secondo piano. Ma che non sono certo scomparse. Per questo motivo, MSD Italia ha deciso di lanciare il sito www.spingersioltre.it, interamente dedicato al diabete di tipo 2: uno strumento di informazione al servizio di pazienti e caregiver.

“Per fare davvero la differenza nella vita delle Persone – spiega Nicoletta Luppi, Presidente e Amministratore Delegato di MSD Italia – dobbiamo cercare di soddisfare i bisogni di salute a 360°. Per una Persona con diabete e per i suoi familiari, una corretta informazione è un ‘bisogno di salute’, perché segna lo spartiacque tra essere consapevoli e partecipi della gestione della malattia e cadere nella trappola delle fake news e dei cattivi consiglieri, con danni che è impossibile prevedere. Una lezione vera sempre, ma ancor di più in un periodo come questo, dove è quanto mai importante tenere i riflettori accesi sulle malattie croniche. MSD Italia conferma, con ancora più convinzione, la scelta di stare al fianco dei Pazienti, dei Medici e delle Istituzioni nel combattere la disinformazione. E per questo crediamo nel progetto del sito www.spingersioltre.it che nasce dopo l’omonima campagna social che ha supportato i pazienti negli ultimi due anni”. “In questi anni – sottolinea Simona Frontoni, Professore Associato di Endocrinologia dell’Università di Roma ‘Tor Vergata’ e Direttore U.O.C Endocrinologia e Diabetologia Ospedale Fatebenefratelli Isola Tiberina di Roma – le persone si sono allontanate dai Centri di diabetologia e, a volte, persino dal Medico di Medicina Generale. E così la disinformazione, anche in tema di diabete, ha potuto fare grandi danni. Eppure, ormai lo sappiamo, un diabetico non adeguatamente compensato è un paziente fragile, ancor più fragile davanti al Covid. Questo sito serve proprio per aiutare, in modo semplice e chiaro, a fare corretta informazione e ad invitare il paziente a rivolgersi sempre al proprio medico. Perché con il diabete sotto controllo si può condurre una vita normale, senza perdere il sorriso”.

Il sito www.spingersioltre.it ha diverse sezioni dedicate a diverse aree tematiche: dalla conoscenza della patologia, alla diagnosi e alla terapia. Senza dimenticare i consigli utili per affrontare al meglio la vita di tutti i giorni, dall’alimentazione, all’attività fisica fino alla cura personale. E, infine, una sezione dedicata al Covid dove, grazie al ‘vero-falso’, in modo semplice, si spiega quanto la persona con diabete – soprattutto se non controllato – sia fragile davanti al virus e quanto sia importante la vaccinazione.


Fonte: askanews.it


Errata alimentazione spesso causa carenza minerale, tonno un alleato
Partiamo con una buona notizia: fino a poco tempo fa quella dello iodio è stata tra le carenze più diffuse tra gli italiani, ma se nel mondo riguarda tuttora il 29% della popolazione, secondo l’ultimo report condotto dall’Osservatorio nazionale per il monitoraggio della iodoprofilassi in Italia dell’Iss l’Italia avrebbe raggiunto la iodosufficienza (da un’indagine su 4mila bambini).

Il ministero della Salute è ormai da anni impegnato in campagne mirate e parte della popolazione italiana ha compreso l’importanza dell’utilizzo del sale iodato per la prevenzione dei disordini da carenza iodica. Tuttavia, questi dati rappresentano solo il primo passo per consolidare il programma nazionale di iodoprofilassi e sono ancora molte le cose da sapere per gli italiani sullo iodio: se 7 italiani su 10 sanno correttamente che è un “sale minerale che si assume con l’alimentazione”, quasi la metà degli italiani pensa che lo iodio si trovi solamente nell’aria di mare. È quanto emerge dalla ricerca “Tonno in scatola e iodio: quello che gli italiani ancora non sanno”, realizzata da Doxa per Ancit (Associazione conservieri ittici e delle tonnare), condotta nella prima settimana di settembre su un campione di 1.300 italiani tra i 18 e i 74 anni.

Sugli aspetti principali c’è una conoscenza sufficiente, ma in media, il 42-43% del campione non sa ancora che lo iodio regola il controllo della temperatura corporea, favorisce lo sviluppo del sistema nervoso centrale e dello scheletro, è importante per lo sviluppo e la crescita del feto e dei bambini e fa bene al cuore e alla circolazione. La carenza di iodio è dovuta sostanzialmente a una errata alimentazione e questo minerale si trova in molti cibi ma la conoscenza degli italiani si limita a pochi alimenti. Otto italiani su 10 sanno della ricchezza di iodio nel sale marino integrale e nel pesce in generale ma solo tre italiani su 10 sanno che lo iodio è presente nel tonno in scatola, uno degli alimenti più amati dagli italiani (presente nel 94% delle dispense italiane – dati Doxa/ANCIT), così come nelle altre conserve ittiche: 100 gr di tonno in scatola forniscono in media 14 µg di iodio, apportando il 10% del fabbisogno quotidiano (Fonte: tabelle nutrizionali dell’Istituto europeo di oncologia). “L’apporto di iodio del pesce fresco e in scatola, proprio come il tonno o le altre conserve ittiche – commenta Luca Piretta, gastroenterologo e nutrizionista all’Università campus Biomedico di Roma – è ottimale per la dieta in generale, anche nella terza e quarta età. Lo iodio consente il regolare sviluppo ed accrescimento nell’età evolutiva, ottimizza il metabolismo e facilita un eccellente equilibrio psicofisico. Inoltre, va ricordato che, anche se di passi avanti ne sono stati fatti tanti, la iodiosufficienza si è raggiunta anche grazie alla diffusione delle conserve ittiche e del tonno in scatola nelle abitudini italiane”.

Lo iodio è un micronutriente minerale presente naturalmente nel nostro organismo (circa 10-20 mg) ma troppo spesso sottovalutato. È situato principalmente nella tiroide, una ghiandola che produce gli ormoni triiodotironina (T3) e tiroxina (T4), che svolgono un ruolo determinante nelle fasi dell’accrescimento e dello sviluppo. È inoltre essenziale per la salute delle nostre cellule. “Favorisce il metabolismo dei macronutrienti aumentando il metabolismo basale, stimola la sintesi proteica – continua Piretta – aiuta a rafforzare il sistema immunitario, le prestazioni del cervello, aiutando a prevenire il decadimento cognitivo, e a regolare la temperatura corporea, soprattutto durante il cambio di stagione, quando la spossatezza e la sonnolenza sono più evidenti e causate dal cambiamento di temperatura”. Secondo i livelli di assunzione raccomandati di nutrienti, il fabbisogno giornaliero di iodio nell’adulto è di 150 µg, nel bambino e nell’adolescente è tra i 90 e i 130 µg, mentre il fabbisogno aumenta fino a 200 µg al giorno in gravidanza e fino a 220 µg durante l’allattamento, necessario per un corretto sviluppo neurocognitivo. E l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, ha inoltre definito i livelli massimi tollerabili che risultano essere 600 µg /die per adulti (incluse le donne durante la gravidanza e allattamento) e compresi tra 200 e 500 µg /die per bambini e adolescenti.

Fonte: askanews.it

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